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lissime del suo cervello e mettere in sussulto il suo cuore.

Era buono in fondo, e l’idea che altri soffrissero per colpa sua, sotto ai suoi occhi, gli riesciva intollerabile. Naturalmente, se non le vedeva, codeste sofferenze, o se era distratto da sensazioni più vive, poteva dimenticarsene.

Ora, la posizione di quella povera ragazza, alla quale non aveva quasi mai pensato da cinque o sei anni, era venuta improvvisamente a pesargli sulla coscienza come cosa nuova.

Voleva provvedere al suo, avvenire e all’avvenire di sua figlia, quella bella bimba che avrebbe amata tanto, se avesse potuto tenerla presso di sè.

Era proprio sua quella creaturina! Dio! gli pareva come un sogno!

Già era stato un sogno davvero, o poco più.

Anche a voler essere molto rigoroso non si poteva fargli una gran colpa di questo fallo.

Era successo quando lui non aveva che diciassett’anni.

Erano due ragazzi che facevano il chiasso per boschi e prati: erano innocenti e puri.

Una sera, tornando da un villaggio un po’ più lontano, erano stati sorpresi dalla notte.