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per incanto; e ad ogni poco ella doveva spingere in là, con le braccia e le gambe, i cartocci vuoti che le si ammassavano intorno.

Le altre donne le dicevano sorridendo senza invidia:

— Nessuna vi può superare voi, Maria; siete la più svelta e non vi stancate mai; neppure a essere in quello stato!

Ella scrollava il capo con un fare dolce di contentezza; ma non rispondeva. Non le piaceva discorrere di quella grande speranza concessa finalmente al suo intimo desiderio. La sua povera anima abituata alle asprezze del destino non era forse più suscettibile della confidente baldanza che sostiene i fortunati anche in mezzo ai pericoli, e spesso li manda illesi.

Lei temeva sempre. Dopo tanti tormenti, dopo tante angoscie, la pace di cui godeva e l'orizzonte sereno che le si apriva dinanzi, la rendevano timida, superstiziosa. Le pareva impossibile che dovesse durare: era tanto avvezza a piangere!

Epperò chiudeva ogni cosa in sè, come nel passato; gelosa della gioia come del dolore.