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— Allora è l’amore!...
E lanciò una facezia grossolana, tentando di pizzicare le belle braccia sode della contadina. Ma ella fece a tempo a ritrarsi.
— Scusa sai, non mi ricordavo che con te non si scherza. Ho visto la tua sorella alla Cascina Grande; non pare più lei. È un pezzo che non la vedi?
— Sarà un mese e mezzo...
— Va a trovarla, vedrai come ingrassa; e a dicembre ti fa zia!...
Mentre parlava, egli aveva gettato il mozzicone del sigaro e ne accendeva uno nuovo, mostrando i denti bianchi, la mano lunga, affilata, da signore. Era un bel giovinotto, ai primi esordi della carriera, e si annoiava mortalmente di quella condotta.
— Comanda altro? — domandò la Cristina seccata.
— No... ti dispiace eh, di star qui un momento... Maledetto paese! Tutte brutte, e le poche belle, scontrose!... Vai a Gel? — Ella impallidì. Andava a Gel, sì; ma non ci aveva pensato, e a sentirselo dire tremava tutta.