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mezzo ai lamenti e alle recriminazioni di Pietro e della Virginia. Ed ora, siccome Pietro non poteva fare tutto il lavoro da sè, e voleva spendere in salari il meno possibile, la bella delicatina non poteva più stare in casa e fare la signora, ma doveva zappare come le altre.
Tutti parlavano di queste vicende della bella invidiata. E chi cercava di consolarla, chi la aizzava; i più — indifferenti e maligni — la tiravano sul discorso della cognata per il gusto di sentirla menar la lingua.
Un sabato, stanca già dal lavoro di una settimana, essendo nelle ore più calde della giornata, che l’aria pareva fuoco, ella gettò la zappa, e asciugandosi il sudore esclamò quasi con le lagrime:
— È una vita da bestie!... Io non posso, non posso...
Sette o otto donne, pure incendiate da quelle vampe, che zappavano nel campo vicino, alzarono il capo, e talune sorrisero ironicamente.
— È meglio stare sedute all’ombra che zappare al sole! — mormorò la vecchia Meroni, sempre più secca e gialla, mentre posava avi-