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Eterno Inganno, 1891.

Mentre sta attendendo ad un nuovo romanzo sociale la Sperani si ricorda ai lettori con un volume di novelle, Eterno Inganno.

Avrò occasione di ritornare di proposito su di lei meglio che non possa ora, tanto più che tre delle sette novelle del volume videro già la luce in queste stesse colonne. Eterno Inganno si raccomanda per le stesse qualità dei precedenti volumi: un vivo alito di modernità vi spira per entro, insieme con una tendenza spiccata verso le questioni sociali ed umanitarie. Forse una certa trascuratezza di forma appare più sensibile nel breve àmbito della novella in cui la fattura tecnica assume una maggiore importanza. Delle sette novelle, mi sembrano meno felici: Un uomo d’ordine ed Eterno Inganno. Una bella donna e Alla Jonction procedono serrate alla meta e si leggono con molto interesse per la drammaticità incalzante degli avvenimenti. Risveglio è uno studio di carattere che si svolge in un ospedale dei pazzi. Ma le due novelle migliori sono incontestabilmente: Il primo ritratto che ha una chiusa efficace ed originale e l’Angelina che è un gioiello di osservazione e di sentimento.

(Dalla Gazzetta Letteraria).

Giuseppe Depanis.


Fra i sette bozzetti dell’Eterno Inganno, il primo: Un uomo d’ordine, è il più drammatico nella sua stranezza. Quell’uomo il quale, per un