Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 211 — |
E più tardi, nell’ultimo crepuscolo della coscienza:
— Povera Maria... Povero me!... Tutti e due senza amore!... Soli!...
La mattina, si risvegliò come un uomo nuovo.
Il sentimento della realtà, l’ambizione e il desiderio indistruttibile di vivere e di godere lo avevano ripreso con nuova forza.
Finito il vecchio libro!
Inutile pensarci su.
Una pagina bianca stava dinanzi a lui e chi sa che belle cose, e se non belle curiose certo, ci avrebbe scritte il destino!
Vi è un genere di miseria che si dissimula o si dimentica, tanto più facilmente, quanto più è squallida.
Quella stessa mattina Maria si alzò con l’aurora per andare al lavoro della canape.
Lavorando il suo pensiero viaggiava, viaggiava coi lontani, coi morti...
Rievocava la imagine della povera Giulia già da tre anni sepolta. E rivedeva il suo Sandro e la Cristina... e la perversa Virginia...