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cuore, ma gli occhi rimanevano asciutti, brucenti. L’oscurità quasi completa della campagna s’addiceva alle disposizioni de’ suoi nervi: l’aria fredda penetrandogli sotto le palpebre gli recava un senso di refrigerio.
Si sentiva diverso. Gli pareva che l’anima sua piccolina si fosse ingrandita smisuratamente; come quella pianura monotona e fastidiosa a cui la notte dava il carattere solenne e tragico di una landa sterminata.
Maria!... Povera Maria!...
Era sdegnato con se medesimo. Eppure non poteva negarsi una certa stima.
Si trovava forte e vigliacco.
Forte, per averla rispettata; vigliacco, per non aver saputo convincerla dell’amor suo.
Povera Maria! Che destino perverso la incalzava nella vita! Creatura sacra, destinata dalla natura ad un altissimo fine; perfetta di corpo, senza quella bellezza procace che turba i sensi e offusca lo spirito; perfetta nell’anima, e ignara del proprio valore: la vera madre: la vera compagna dell’uomo semplice e saggio. Ed egli che l’aveva compresa, ammirata, amata