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Quasi senza sapere, trascinato dalla commozione interna, disse ancora:

— Risolviti... vieni con me!

E ancora ella crollò il capo tristamente senza rispondere.

Ma dopo alcuni istanti di silenzio, temendo di averlo mortificato, balbettò con la voce velata:

— Non si affanni per me. Non resto sola. Ho la bimba laggiù... e la Giulia e Sandro... tutti morti male... Devo pregare per loro...

— Povera Maria! taci... taci!... — esclamò il medico rabbrividendo.

Una mano di ferro gli serrava la gola.

— Addio! Addio!...

Si chinò un momento su lei, la baciò in fronte e fuggì nell’oscurità.

La calessina aspettava. Ancora un saluto, e via.

Pioveva. Il freddo umido gli calmò la febbre.

Sferzò la cavallina, pensando di omettere le alcune visite che gli rimanevano ancora e che gli seccavano in quel momento. S’avviò verso Gel.

Lagrime amare scorrevano in fondo al suo