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che Sandro aveva portato da Casorate, dov’era stato quel giorno nella sua qualità di cavallante. E insieme al pane giallo egli aveva portato anche un panino bianco, che la Virginia mangiucchiava a guisa di companatico insieme a quello giallo. E mangiando parlottavano allegramente con la bocca piena.

Secondo il solito, non s’erano dati pensiero di aspettare Maria che non aveva ancora finito di portar l’acqua nella stalla ed in casa.

Quand’ella arrivò finalmente, dalla porta di dietro che menava all’orto e alle stalle, gli altri s’erano già alzati, e di pane bianco non ce ne era più sulla tavola; anzi neppure di quell’altro.

Ella non si mostrò nè stupita, nè offesa che non l’avessero aspettata.

Succedeva così tutti i giorni: c’era avvezza.

Prese la sua scodella e andò a mangiare sull’uscio di strada, come sempre, perchè le piaceva di mangiare all’aria aperta e scambiare qualche parola con quelli che passavano.

Mangiava adagio, senza appetito, il cuore oppresso come da un incubo. Pensava all’orribile morte di quella povera Giulia; ma insieme