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gazza che veniva da quella parte. — Ma lui non si vede.

La Nunziata Meroni arrivò di corsa sulla testata del vasto appezzato di granoturco, dove pareva che un battaglione di cavalleria avesse galoppato in lungo ed in largo tutta la notte.

— È morta la Virginia! — gridò quasi allegramente. E poi, a mezzavoce:

— Sarà contento l’asino!...

— E tu, quando crepi, stregaccia? — scrosciò una voce che tutti riconobbero per quella del Melica.

Improvvisamente, come sbucato di sotto terra, Pietro Rampoldi si trovò lì.

Si fece silenzio. Neppure la Meroni osò ribattere l’insolenza del vecchio Melica.

Pietro era irriconoscibile. Pareva più alto del vero, perchè le grosse spalle gli si erano come assottigliate, ed egli camminava diritto, un poco intirizzito, coi ginocchi rientrati. Nel volto aveva un pallore terreo; le labbra quasi nere; gli occhi torvi, socchiusi; e in quella selva di capelli scuri, arruffati, spiccavano certi ciuffi grigi, che nessuno si ricordava di avergli visto. In