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Gli uomini giravano i campi al fioco lume; incalzati dalle ultime speranze che andavano man mano morendo.

— Tutto! tutto!... Proprio tutto! — mormoravano disperati.

Il formentone, già alto, pareva battuto con le verghe; la canape, fatta a brandelli e portata via dallo straripare dei fossi; poichè, dopo la grandine, era venuta giù un’acqua diluviale. Il riso, già pronto per la raccolta, distrutto pur esso, perduto!

Tutta la campagna desolata; un anno di fame e di patimenti. Unica speranza per non morire, le anticipazioni del padrone: vale a dire la miseria fissa in casa e l’impossibilità di rifarsi, chi sa per quanti anni di fila!

Un uomo alto, adusto, già grigio — un lavoratore famoso — che aveva una grossa famiglia, si strappava i capelli, con un gesto quasi inconsapevole, da demente!

Il figliuolo della Meroni e quello della Menica parlavano di emigrare. Altri giovani li ascoltavano con torva attenzione. Ma le donne inorridivano a quei discorsi.