Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
CAPITOLO XIII.
Decomposizione.
L’estate torrida di quell’anno, l’afa che prostra le forze, i copiosi sudori, il nutrimento manchevole e il progredire della malattia, ridussero la Virginia tanto debole da non potersi muovere di camera. E poco andò che non le fu possibile neppure di levarsi.
I suoi rancori e le recriminazioni acquistarono nel medesimo tempo un carattere più acre ed insopportabile. Una vera ripugnanza si manifestò in lei per l’uomo che era stato il suo amante; e con la ripugnanza, non più interrotta da ritorni di passione, ingigantì l’odio sordamente covato. La decomposizione morale e fisica non si arrestò più.