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crificata neppure interamente la moglie, il suo amore diventava odio.

Lo voleva là al suo fianco; e guai se non arrivava alle ore stabilite! Avrebbe voluto trascinarselo dietro, legato a una fune, come un grosso cagnaccio per deriderlo e punzecchiarlo, mostrando però a tutti che egli era cosa sua e non poteva staccarsi da lei. Ah! se Maria non le fosse sfuggita! Se avesse potuto averla tra le unghie, che medicina sarebbe stata quella per la sua malattia!

La febbre di dominio e di persecuzione che stagna in fondo al cuore di tante donne — reazione perversa della troppo lunga e dura sottomissione di tutto il sesso — giungeva all’estrema acutezza nella tisica moribonda.

Sandro sentiva l’odio che si accaniva contro di lui; lo sentiva nelle carezze feline, nei lunghi sguardi indagatori, nei motti scomposti.

Senonchè, incapace di penetrare nelle vertiginose profondità di quella natura tortuosa e incomposta, egli attribuiva tutto al male, alla gelosia, al dispiacere di morire; e compativa e amava.