Pagina:Sperani - Tre donne, Milano, Galli, 1891.djvu/161


— 151 —

Invano Sandro e Pietro sempre amorosi, sempre attaccati a quel bel corpo, che si disfaceva, la supplicavano di aversi riguardo.

Ella rispondeva invariabilmente.

— Il podere non si zappa da sè; la colpa è di chi ci ha piantati qui soli!

Così, a poco a poco, nel cuore semplice e rozzo di Pietro si esasperava il rancore contro la cognata che egli accusava di avergli portata la discordia in casa e cagionata la spartizione tra lui e il fratello. Gli pareva pure che Sandro fosse stato troppo debole, troppo ingrato. Badare alle chiacchiere delle donne! Rovinare una famiglia per quel bel costrutto! Non poteva perdonargli; non poteva, no.

Eppure quando Sandro capitava lì, e si mostrava così servizievole, così affezionato, il fratello maggiore tornava in pace con lui, e il suo risentimento si concentrava sulle Scaramelli e su don Giorgio Castellani, per il quale aveva in serbo un sacco d’improperi, che avrebbe voluto rovesciargli sul capo, levando il sacro, levando... Anzi senza fare questa fatica, poichè don Giorgio ci aveva pensato da sè, spretandosi per fare la gran pazzia di sposare la Cristina.