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a piedi; ma gli animali e i rotabili d’ogni genere devono passare a guado dove l’acqua è più bassa. Quando la piena gonfia i fossi, non si passa più.

Val Mis’cia rimane come bloccato.

Per questo lo chiamano pure l’isola.

In fondo non è altro che un cascinale.

Niente chiesa, niente botteghe, neppure un forno per cuocere il pane.

I contadini e le loro donne, occupati da mattina a sera, hanno appena il tempo di far la polenta, la minestra e qualche focaccia da cuocere sotto la brace.

Un garzone di fornaio vi porta il pane regolarmente un paio di volte la settimana, da Casorate o da Gel.

Fino a pochi anni sono, avevano il pregiudizio che i pomidori maturi fossero cattivi; però s’affrettavano a mangiarli verdi, e appena rossi li buttavano via, mentre avrebbero fatto tanto bene alle loro minestre così malcondite.

Quella sera, rincasando, i contadini dell’isola ebbero una sorpresa poco gradita: il garzone del fornaio s’era scordato di portare il pane.

Ciò accadeva qualche volta, se l’uomo era