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tersi nelle buone grazie del padrone andava ripetendo con la sua voce falsa:

— Ha fatto male la Cristina, molto male! Tutto si perdona: ma cacciare il padre, metterlo sulla strada, no. È vergogna! Senza contare che la presenza del vecchio in casa era una salvaguardia per lei nell’opinione della gente. Ma quando una è donnaccia a quel punto non vuole saperne di riguardi!...

Le anziane approvavano gravemente questa sentenza e le giovani, meno belle di Cristina, sorridevano.

Perfino certi giovinotti, i quali poco tempo prima si sarebbero fatti ammazzare per la Cristina, la lasciavano malmenare adesso. Soltanto il vecchio Melica, sempre affezionato alle due migliori amiche della sua povera Giulia, rimbrottava la vecchia per la sua maldicenza. Ma il Melica era un eresiarca inasprito dalle disgrazie; glielo diceva sempre il fittabile, malcontento per certe osservazioni. E il medico condotto di Casorate, il dottor Carlo Chiari, quel mangiapreti, ci dava dentro anche lui, per il bruciore patito in causa della Cristina. Ma poi, da quello scettico che era, canzonava gli uni e gli altri.