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Un suo vecchio amico, impiegato alla Curia vescovile di Pavia, diceva: Castellani non sa il valore della parola: distinguo: non può fare strada.

Era tutto di un pezzo.

Se fosse scoppiata una guerra patriottica, avrebbe preso il fucile; e lo diceva; poichè nessuno l’avrebbe potuto convincere che i suoi doveri di prete escludessero i suoi doveri di cittadino.

Col medesimo criterio giudicava i suoi doveri verso Cristina. Pure amandola appassionatamente, se ella non fosse stata quella che era — una creatura, cioè, tutta devota a lui e purissima — egli avrebbe forse troncato il dolce vincolo, sacrificando l’amore al dovere del proprio stato. Poichè — non poteva nasconderlo — passato il primo acciecamento della passione, terribile in lui, il rimorso lo schiacciava. E non tanto per il peccato commesso: egli sapeva che Dio perdona; ma ben più per il bivio crudele, in cui si era messo, di dover abbandonare la donna amata, o mancare all’impegno preso davanti a Dio e davanti agli uomini. Sapeva che molti preti, messi