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distinzione terza. - cap. iv. |
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intervenuto, e stato detto e fatto.1 Onde, alla grazia che ricevuta avete, per amore di quella che l’ha fatta e impetrata, io voglio porgere la mano. Io ho una sola e unica figliuola vergine, la quale vi voglio sposare, se v’è in piacere; e tutte le vostre possessioni grandi e ricche che da voi comperai, vi voglio per nome di dota ristituire: e intendo d’avervi per figliuolo, e lasciarvi reda di tutti i miei beni, che sono assai. Udendo ciò il prefato2 cavaliere, consentì al profferto matrimonio. E adempiuto tutto ciò che promesso gli era, ringraziò la Vergine Maria, dalla quale riconobbe tutte le ricevute grazie. Abbiate reverenza, peccatori, e divozione in tale avvocata chente è la Vergine Maria, la quale ciò che domanda, senza fallo riceve, e non lascia perire coloro c’hanno confidanza in lei.
- ↑ L'edizione del primo secolo, con senso e forma assai plausibile: ciò che in verso di voi è stato facto e decto.
- ↑ Benchè nel Manoscritto nostro leggasi: perfetto. Le stampe hanno, concordamente: il giovane.