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distinzione terza. - cap. iv. 67

grande officio al quale erano eletti, fedelmente e diligentemente proseguissono. San Domenico, che vedea la visione, attese e guardò fiso il compagno che gli era dato, il quale non avea mai più veduto; e in questo la visione isparì. L’altro dì san Domenico si scontrò in san Francesco, e riconoscendolo ch’egli era quello ch’egli avea veduto nella visione, affettuosamente abbracciandolo, disse: Tu se’ il compagno mio: stiamo insieme, e niuno avversario averà forza contro a noi. Da quell’ora innanzi, palesando san Domenico la visione a san Francesco, si ritennono insieme, e ragionârsi insieme, consigliando che modo fosse da tenere per adempiere il commesso officio. E alcuna volta ragionarono di fare pure uno Ordine; ma san Domenico avendo già il suo Ordine cominciato, e fatto certo per la visione che Dio l’accettava e che la Chiesa l’approverebbe e confermerebbe, sì come poi fece, avendo il papa la visione che la chiesa di san Giovanni Laterano cadea, e san Domenico venía dall’altra parte e, soppogniendo l’ómero, la riteneva e rilevava, proseguì quello che cominciato avea, e fece l’Ordine de’ frati Predicatori; e san Francesco, non molto poi, cominciò e fece l’Ordine de’ frati Minori. La visione detta di sopra di Iesù Cristo, e delle tre lancie, e della Vergine Maria che mostrò san Domenico e san Francesco, con tutto il suo processo, vide uno compagno di san Francesco in quella medesima ora che la vide san Domenico; e veggendo poi san Domenico e san Francesco insieme, e riconoscendo san Domenico, recitò ad amendue la visione che veduta avea. E lodarono il nome di Dio, solleciti adempiere studiosamente quello che la visione avea mostrato, secondo il proponimento già all’uno e all’altro spirato.

L’altro essemplo fu, che si legge scritto da Cesario, che nel contado di Lovagno fu uno cavaliere giovane, di nobile lignaggio, il quale in torneamenti e in altre vanitade del mondo avea speso tutto il suo patrimonio; e venuto in