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distinzione seconda. - cap. v. 27

traendo guai, morì; e l’anima sua fu portata da’ diavoli alle pene dello ’nferno. L’altro inconveniente si è, che quanto l’uomo più indugia la penitenzia, più pecca; e più peccando, fa maggiore soma; sotto la quale conviene che perisca, se non tiene il consiglio di san Paolo, che dice: Deponentes omne pondus, et circumstans nos peccatum: Poniamo giuso il peso, e ’l peccato che ci sta d’intorno d’ogni parte.

Leggesi nella Vita de’ Santi Padri, che una volta santo Arsenio udì una voce, la quale disse: Vieni, e io ti mostrerò l’opere degli uomini. E andando, vide uno che tagliava legne, e fattone uno grande fastello, s’ingegnava di portarnelo; e non potendo per lo grave peso, lo posava giuso: e anche tagliava delle legne e aggiugneva al fascio, e riprovavasi se portare lo potesse: e non potendo, ancora tagliava delle legne e arrogeva al fascio, donde ne dovea iscemare se portare lo volea. E pure accrescendo del peso, e ponendosi addosso, vi cadea sotto. E disse la voce: Questi sono coloro che arrogendo peccati a peccati vivendo, vi periscono sotto. Anche vide due uomini a cavallo, che portavano due grandi legni attraverso, e voleano entrare per la porta d’uno tempio, e non poteano. E di costoro disse la voce, che significano coloro che portano la giustizia delle buone opere colla superbia.

Anche vide uno che stava alla riva d’uno pelago, e traevane con uno vasello dell’acqua, e mettevala in una citerna forata e rotta, sì che non ne ritenea niente. E disse la voce: Questi significa coloro che avendo alcune buone opere, hanno tante delle ree, che fanno perire le buone. Ingegnânci dunque, fratelli, di non accrescere, ma di scemare il grave peso del peccato. Il qual peso sentiva David profeta, il quale si rammaricava e dicea: Quoniam iniquitates meoe supergressoe sunt caput meum, et sicut onus grave gravatoe sunt super me: Le mie iniquità mi sono salite in capo, e come uno grave peso sono gravate sopra di me. Ma l’uomo stolto la mag-