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24 distinzione seconda. - cap. iv.

io mi riderò della vostra morte, e farò beffe e scherno di voi, quando quello che temavate vi verrà in capo. Adunque, fratelli carissimi, chiamati, non indugiamo l’andare; che ’l cammino è lungo, e ’l tempo è brieve. E dee induciere a tosto andarne, se consideriamo che quasi tutta la buona gente n’è ita; e’ pericoli della via sono molti; e siamo aspettati dal buono e grazioso Signore, e da molti cari parenti e amici, di noi solleciti e disiderosi di vederci seco nello stato onorevole, al gran convito e alla gioiosa festa di paradiso. Ed è gran dubbio che per lo troppo indugio non ci sia serrata la porta, come fu a quelle cinque vergini stolte che indugiarono l’apparecchiamento delle lampane e dell’olio, e però giunsono tardi e trovarono la porta serrata, e non fu loro aperta, come conta il santo Evangelio; significando com’altri dee essere sollecito della propria salute, e stare apparecchiati e ben vivendo, acciò che all’ora della morte, quando sarà chiamato, non abbia a fare l’apparecchiamento: il quale la gente comunemente indugia, e però non si fa, o fassi in fretta o male o tardi; e non ha rimedio così fatto errore. Ora te ne guarda: credimi, che chi non fa quando puote, quando vorrà non potrà, o meriterà di mai non volere quello che sia di sua salute.

Leggesi (e ’l venerabile dottore Beda lo scrive) ch’ e’ fu un cavaliere in Inghilterra, prode dell’arme ma de’ costumi vizioso; il quale, gravemente infermato, fu visitato dal re, ch’ era un santo uomo; e indotto che si dovesse acconciare dell’anima, confessandosi come buono cristiano, rispose e disse che non era bisogno, e che non volea mostrare d’avere paura, ned essere tenuto codardo e vile. Crescendo la ’nfermità, il re venne un’altra volta a lui; e confortandolo e, come avea fatto prima, inducendolo a penitenzia e confessare i suoi peccati, rispose: Tardi è oggimai, messer lo re; imperò ch’io sono già giudicato e condannato, chè male a mio uopo1 che non vi credetti l’altro giorno, quando mi visita-

  1. Non bene la stampa antica del 95: che male a mio danno.