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18 distinzione seconda. - cap. ii.

guarire, e la speranza ch’è data da’ medici e da quelle persone che sono d’intorno, parenti o amici, che cielano allo ’nfermo il male ch’egli ha, e non lasciano che prete né frate gliele dicano: anzi il confessare, e gli altri sacramenti, e ’l fare testamento o restituire che abbia lo ’nfermo a fare, lo impediscono, dicendo, con pregiudicio delle loro anime, che non vogliono lo ’nfermo isbigottire. E però gli dicono, mentendo sopra loro capo: Tu non hai male di rischio; tosto sarai libero; i medici ti pongono nel sicuro di questa tua infermitade: a tale ora ch’egli è nel maggiore dubbio; sì che lo ’nfermo appena s’avvede d’avere gran male, e spesse volte muore non avveggendosi né credendosi dovere morire. O gente mortale! ponete rimedio a così pericoloso errore, e non vi lasciate ingannare alle false impromesse degli ignoranti medici, alle lusinghe malvagie de’ non veri amici, alle lagrime affinte1 de’ parenti traditori, all’affettuoso amore della male amata moglie e de’ mal veduti figliuoli, al bugiardo conforto della famiglia stolta, alla desiderosa voglia del tosto guarire; e innanzi a ogn’altra cosa vada la salute dell’anima: la quale se a santà non è provveduta, o non tanto che basti, immantanente, nel principio della infermità, anzi che sopravvenghino li accidenti gravi che dànno impedimento e fanno l’uomo dimenticare sé medesimo, si faccia ciò ch’è da fare, del restituire, del fare testamento, d’addomandare tutti i sagramenti della Chiesa, come fedele cristiano, ed eleggere la ecclesiastica sepoltura; e poi aspetti la grazia e la misericordia di Dio. Onde a’ medici si comanda spressamente per la Decretale, che visitato lo ’nfermo la prima volta gli debbino dire della confessione, protestandogli che se ciò non facesse, non intendono procedere alla cura né visitarlo più. Nol fa l’uno, nol fa l’altro; e così ciascuno dice che non vuole

  1. Così nel nostro, invece di fitte, autenticato nei Vocabolarii. È ancora da notarsi che il Salviati fece imprimere finte, e che la stampa del XV secolo pone: lachryme ficte.