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372 omelia d'origene.

disse: — E’ m’hanno tolto il mio Signore, e non so ove se l’hanno posto. — E non disse loro: — Voi l’avete tolto e riposto; — imperò che gli Angeli non t’aveano tolto, buon Gesù, e non t’aveano posto in niuno luogo. E a te dice: — Se tu l’hai tolto, dimmi ove tu l’hai posto? — imperò che tu solamente ti togliesti te medesimo, e ponestiti ove tu se’. E agli Agnoli non disse: — Ove voi l’avete posto; — imperò che gli Angioli non poteano pienamente dire che fosse fatto di te, e come fu il modo del tuo risucitamento. Ma a te dice: — Dimmi ove tu l’hai posto, se tu l’hai tolto; — imperò che non t’è impossevole di dire, o dolce amore, quel che ti fu possevole di fare. Tu risucitasti te medesimo per la tua virtude, e imperciò tu solo sapevi quel che era fatto di te; e come era stato il fatto, tu solo ne sapevi dir novelle che l’avevi fatto.

E una cosa non è da passare, la quale dee destare l’anima devota a più amare, ripensando il fervore di Maria. Che è questo, o messer Gesù Cristo, che Maria, domandando di te, non ti nominava, se non che sanza altre parole dicea: — Ove l’avete posto? — e non dicea di cui. Questo ne penso. Messere, che ’l tuo amore del quale Maria ardeva, ha sì a inebbriare l’anima e trasformare in te, che già non si raccorda di sè medesima. E ciò che vede, le par vedere pur te, e che tutte le creature debbiano ardere d’amore di te, e che sieno ripiene della tua purità; e non discerne chi si sia, giusto non giusto, se non che ciò che vede le par buono per te; e da chiunque è veduta, le pare che debbano tutti conoscere, e che non debbano potere nè vedere nè pensare altro che te. Ed imperò che Maria era tutta ebbra di te e trasformata in te, da ogni persona credea essere intesa che ella domandasse solamente di te; e non pensava che le fosse bisogno, quando cercava di te, di nominare altrimenti te, se non dire: — Ditemi ove l’avete posto, se voi l’avete tolto. — Essempro abbiamo di santo Piero, quando ti vide trasfigurato, Non pen-