conoscea che fosse Gesù Cristo. O Maria, se tu domandi Gesù Cristo, or come non conosci Gesù Cristo, che vedi che favella teco? O dolcissima, vedi Gesù ch’è venuto a te, e domándati che tu gli dica quel che tu vogli e perchè tu piagni; e tu se’ sì inebbriata di lui, che tu nol conosci, ma pàrti ch’è sia un ortolano. Ma vera cosa è quel che tu pensi di lui, ma un poco mi pare che tu erri se tanto è che tu creda che egli sia pure ortolano, e non conosci ch’egli è altresì Gesù Cristo: onde egli è ortolano verace, ed è Gesù Cristo. Ortolano è, imperò che egli semina il buon seme nell’anima tua, e semina tuttavia nel cuor de’ suoi fedeli; e Gesù è imperò che è Salvatore del mondo. E questo è Gesù Cristo che favella teco. Tu il domandi morto, e tu vedi ch’egli è vivo e risucitato, e favella teco; e nol conosci. Ma in verità, Maria, io ho spiata la cagione per ch’egli forse prima si partiva da te, e non ti si mostrava e non ti si dava a conoscere. E la cagione penso che sia questa. Or perchè ti1 sarebbe mostrato nel modo che tu non l’addomandavi? Tu addomandavi Gesù Cristo, e nol conoscevi Gesù Cristo; e imperò, veggendolo, nol vedevi, imperò che nol conoscevi. O dolce e pietoso messer Gesù Cristo, al tutto io non ardisco di scusare dinanzi a voi questa vostra divota e dolce discepola, e non posso liberamente difendere questo suo errore, se tanto è ch’ella errasse: ma non errava, però che ella v’addomandava cotale quale ella v’avea veduto tre dì dinanzi nella vostra passione, e come ella v’avea lasciato nel monimento. Onde ella avea veduto il corpo vostro diporre delia croce, e riporre nel monimento; e tanto dolore l’era entrato nel cuore per cagione della morte vostra, che ella non poteva nè pensare nulla nè avere speranza della vostra vita. E tanto dolore avea avuto nella vostra sepoltura, che ella non potea pensare nulla della vostra resurressione; ma tutto il suo pensiero era sopra la vostra morte
- ↑ Si, o ti si, molto meglio. Origene avea scritto: cur enim tibi appareret?