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trattato de' sogni | 355 |
arcivescovo di Milano, che addormentato parato in sull’altare in Milano, fu a fare l’uficio alla sepoltura di santo Martino in Francia), è da dire che di ciò non furono cagioni naturali, chè non si stende la virtù della natura a tanto, ma furono cagioni sopra natura; o Iddio, per lo ministerio degli Angioli santi, nel sogno, o vero visione, o ràtto che fosse di santo Ambruogio. E della matera de’ sogni basti quello che stesamente n’è scritto nel presente trattato.
DEO GRATIAS, AMEN.1
- ↑ In tutte le edizioni di questo libro, tranne quella del 1495, non però nel nostro Manoscritto, vedasi aggiunta la seguente avvertenza:
«Questo libro non è compiuto, perocchè seguitavano a dire ancora assai cose utili degli altri vizi principali. O che 'l Frate che 'l faceva morisse in quel tempo, anzi che egli il compiesse; o che alla morte sua si perdesse quello che manca; non se ne truova più. Preghiamo Iddio che gli rappresenti all'anima sua questo benefizio e tutti gli altri, e menilo a' beni di vita eterna. Qui est benedictus in secula seculorum.»