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342 | trattato de' sogni. |
dentro della persona che sogna o dalla parte di fuori, le quali non si stendono più oltre che ’nfino al sogno ch’elle fanno fare; come si mostra nell’essemplo del sogno del ridere per lo parere alla persona essere solleticato. Chè, qualunche di quelle cagioni sia, o ’l vermine o ’l temere il solletico o altro, si termina quel sogno, e più oltre non si stende ad altro significare, ne ’l sogno simigliantemente. E così è di tutti i sogni che hanno cagioni particulari e diterminante. Ma i sogni c’hanno cagioni comuni e generali, significano altro più oltre, quando si stende l’efficacia e la virtù di quelle cagioni. Come sarebbe: se la luna fosse in tal segno e in tale disposizione che dovesse fare piovere, e ciò imprimesse nel celebro1 di’ alcuna persona che fosse disposta a ricevere quella cotale impressione, e sognasse che piovesse, o altra cosa fredda o umida; potrebbe il savio naturale interpetrare quel sogno, e dire: – Questo sogno significa piova; – non che ’l sogno ne sia cagione, ma riducendo tale effetto nella disposizione della luna, ch’è cagione comune e del sogno e del piovere. Ben è vero che quando d’uno medesimo sogno possono essere più cagioni particolari sanza quella comune generale, agevolmente s’erra nello ’nterpretare; imperò che credendo lo ’nterpetre che la cagione comune faccia fare il sogno, dirà che, oltre al sogno, debba seguitare altro effetto; e se la cagione particulare sarà cagione del sogno, alla quale non dee seguitare altro effetto che ’l sogno, dirà lo interpetre falso, dicendo che altro significhi quel sogno.
E acciò ch’io sia meglio inteso, e non mi stenda troppo in parole, ripigliamo l’essemplo della piova. Non è dubio che sanza la luna, ch’è cagione comune, più altre possono essere le cagioni particolari di fare sognare che piova: e non pioverà2 però; con ciò sia cosa che la virtù di quelle cagioni