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326 | trattato de' sogni. |
fatta per sogno; non ostante quello che Dio comanda1 nel Deuteronomio: Non inveniatur in te qui observet somnia: Non si truovi in te, popolo mio, chi osservi i sogni. Dove si conviene considerare le cagioni donde procedono i sogni, e quanto si stende la immaginativa virtù de’ sogni. E ciò veduto, si darà ad intendere quali sogni si possono o debbono osservare come veri e che abbiano alcuna efficacia ragionevole, e quali si debbono schifare come falsi e vani.
E recando in brieve la scienza e la dottrina de’ sogni, della quale alquanti savi filosafi sì fanno grandi libri e molte cose ne dicono, è da sapere ch’e’ sogni o e’ sono cagione ch’alcuna cosa si faccia o non si faccia, o e’ son segni e effetti d’alcuna fatta, o che sia ancora a fare o a venire. Cagione di cosa che si faccia o non faccia non possono essere i sogni, se non in un modo; e questo è quando la persona, ricordandosi d’avere sognato alcuna cosa piacevole o spiacevole, dilettevole o paurosa, si muove a fare o a fuggire quello che o con diletto o con paura avea sognato. Come se altri avesse sognato, quando è il gran caldo, di bagnarsi con molto diletto, e poi, ricordandosi del dilettevole sogno, s’andasse a bagnare; sì si potrebbe dire che quel sogno fosse cagione al sognatore di bagnarsi: e se la persona sognasse d’essere assalita da’ suoi nimici e d’essere fuggita loro dinanzi con gran paura, e poi, ricordandosi del pauroso sogno, non uscisse fuori di casa; si potrebbe dire che quel sogno fosse cagione al sognatore dello starsi in casa, e di non uscire fuori. E così si potrebbe dire d’ogni cosa la quale, con diletto o con pena e paura sognata, facesse fare o fuggire alcuna cosa dilettevole o paurosa. Effetti e segni possono essere i sogni in molti modi, secondo che molte sono le cagioni de’ sogni; le quali ci conviene sottilmente considerare, acciò ch’abbiamo vera notizia di quello ch’andiamo cercando. Onde è da sapere che le cagioni de’
- ↑ Ediz. 95: quel comandamento che Dio fa.