318 |
trattato della scienza. |
|
che sanno incantare il male degli occhi e ’l duolo de’ denti, la magrana, le senici e’l duolo del capo; e fare brievi che chi gli porta addosso non arà il male del fianco né ’l male maestro, non potrà morire né in acqua né in fuoco, né essere offeso da’ suoi nimici; e tutte tali cose che le genti vorrebbono, e però agevolmente le credono. Questi cotali sono ingannatori e trombettieri; e peccando mortalmente, sono tenuti a restituzione d’ogni guadagno ch’e’ fanno. E chi dà loro fede, pecca gravemente, e hassi il danno di quello che désse loro. Né non si debbono le genti lasciarsi ingannare né a’ malífici veri, né a quegli che s’appellano indovini e incantatori e non sono, perché1 dicano che si dicano messe e orazioni, e facciansi limosine e digiuni; chè tutto il fanno maliziosamente, e perché sia data loro più fede, e acciò che più copertamente possano mescere il veleno della loro rêtà. E avvenga che sia detto che certe persone, non dicendo vero né credendosi dire, ma per guadagnería2 e per fare altro inganno, dicono che veggiono i morti e che vanno in tregenda; tuttavia si truova, tra l’altre illusioni che ’l diavolo fa, che mostra di fare apparire morti; non che sieno veramente gli spiriti degli uomini o delle femmine morti, chè ciò non potrebbe fare, ma egli prende la figura e la similitudine del morto, e dice, mentendo, ch’egli è quel cotale. Come si legge nella santa Scrittura di quella indovina fittonissa che, a petizione del re Saul, fece apparire Samuel, il quale predisse l’effetto della battaglia de’ Filistei; non che fosse Samuel, o lo spirito suo, come spongono i Santi, ma fu il diavolo in quella similitudine, e diceva e mostrava che fosse Samuel. Così si truova ch’e’ dimonii prendendo similitudine d’uomini e di femmine che sono vivi, e di cavagli e di somieri, vanno di notte in ischiera per certe contrade, dove veduti dalle genti,
- ↑ Seguitiamo come più grammaticale la lezione, benchè non anche la puntuazione, della stampa del 25.
- ↑ Nel Testo, qui: guadagnarla.