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trattato della scienza. 317

e non sanno fare: imperò che pochi sono che quell’arte sappiano adoperare, ma, per udita o per loro avviso, truovano certi incantesimi, iscongiuri, iscritture, brievi e legature, con certe osservanze che pare ch’ell’abbiano somiglianza con quelle dell’arte magica, e non hánno a fare nulla d’essa.1 Ma perché quelle persone che le fanno, e quelle a cui nome e a cui stanza si fanno, le credono e hannovi fede, credendosi fare quello che fanno i maléfici coll’aiuto e col consiglio del diavolo, hanno alcuna efficacia, adoperándovisi il diavolo, il quale dà volentieri favore a ogni mala operazione, e prende podestà e balía sopra quelle cotali persone, le quali, e se non realmente e di fatto, almeno secondo la ’ntenzione, sono maléfici, credendosi adoprare l’arte magica del diavolo. Onde non è dubio che peccano mortalmente, e ’nsegnano al diavolo trovando2 altra arte che non ha trovata egli; la quale egli fa poi sua e fàlla valere, perché vi si dà fede. Come dice santo Agostino, parlando di questi cotali incantesimi e fatture, che non si debbono credere perché sieno veri, ma diventano veri perché si credono. Truovansi certe altre persone, uomini e femmine, che non sanno l’arte magica, né invocare né scongiurare demonii, e non sono indovini né non credono essere, chè sanno per certo non sono; e con tutto ciò, o per guadagnería3 o per altra loro vanità, dicono che sono incantatori e indovini, e con loro ciuffole e anfanie ingannano molta gente semplice, ch’è inchinevole e vaga ad andare dietro a così fatte cose. E qual dice che vede morti e favella con loro, e che va di notte in tregenda colle streche. Altri dicono

  1. Così nelle più antiche edizioni; e: d'esse, con relazione a osservanze, nel Codice. Erroneamente, al mio credere, la stampa del 25: di sè.
  2. Trovare, nella stampa del 95.
  3. Voce presso che morta ai dì nostri, eppure a' di nostri necessarissima! Ma questa espressiva parola non piacque agli editori del primo secolo, che qui, e ventuna riga più innanzi, mutaronla in guadagnare.

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