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trattato della scienza. 309

l’adopera, o richiede coloro1 che la fanno, o dànnovi aiuto o consiglio o favore, o chi gli riceve in sua casa o va alla loro, o manda o consente a quel che fanno o dicono, si è come s’egli avesse rinnegata la fede cristiana o ’l battesimo, ed è peggio che pagano. E però san Paolo interdicendo questa maladetta arte, diceva: Nolo vos esse sotios demoniorum: Io non voglio che voi siate compagni de’ dimonii. Compagni de’ dimonii si fanno coloro che usano questa arte, trovata e insegnata da’ demonii con patti spressi o taciti, fatti co’ demonii; co’ quali come sono compagni nella colpa, saranno compagni nell’eterna pena dello ’nferno e del fuoco pennace. Questa arte magica, e superstiziosa e diabolica scienzia, s’adopera in molti modi e a molti effetti, secondo i quali trae diversi nomi. Chè alcuna volta s’adopera a sapere certe cose occulte, o che debbono venire; e allora si chiama arte divinatoria. Onde coloro che in tale maniera l’usano, s’appellano indovini, quasi di Dio pieni, come dice santo Isidoro; chè mostrano alle genti d’essere pieni di quella scienza ch’è solo2 di Dio; cioè di sapere le cose che sono a venire: le qua’ cose volere sapere, se non se quelle che per naturali cagioni prevedere e sapere si possono, come gli astrolagi delle impressioni naturali del cielo, e’ medici peritissimi de’ parocismi e de’ dì critici3 delle infermitadi corporali, è gravissimo peccato; imperò che chi pressume di volere sapere o prenunziare quelle cose che solo Iddio sa (se non l’avesse già per revelazione da Dio), usurpa e toglie quello ch’è propio di Dio. E questo fu il primo peccato de’ nostri primi parenti: il quale quanto dispiacesse a Dio, si dimostra nella dura sentenzia e gravissima pena della quale

  1. Il Salviati, nè parmi lodevolmente: a coloro.
  2. Le stampe: sola.
  3. Il Testo a penna delle Murate, con quello a stampa del primo secolo: e meidci peritissimi e discreti (evidente scambio di di critici) delle infermitade ec; — e l'edizione del Salviati; e i medici peritissimi de' di critici ec. Manca, dunque, in quei primi come nell'altra la voce parocismi, già raccolta nel Vocabolario del Manuzzi.