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trattato della scienza. |
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ne, nelle terre di Roma furono due albergatrici,1 che dando agli uomini certo cacio incantato, gli facevano diventare somieri. E nella Vita de’ Santi Padri si legge, che fu menata a un santo padre da’ parenti una fanciulla ch’era diventata una cavalla. E’ libri de’ poeti tutti son pieni di cotali trasformazioni; come mostra il libro Metamorfoseos d’Ovidio, e quello d’Apulegio Platonico dell’Asino dell’oro. E tutte queste cose, come pruova santo Agostino nel libro della Città di Dio, non furono secondo verità ma così parevano, facendo il diavolo ludificazione e fascinazione, cioè con inganno e con uno abbagliamento così parere nella immaginazione e negli occhi di coloro che ciò vedevano. Onde il santo padre disse a’ parenti di quella fanciulla che gli era stata menata com’una cavalla, che vedea egli una fanciulla, e non cavalla. E fatta orazione, pregando Iddio che togliesse dagli occhi loro quello inganno, partendosi dagli occhi loro quella brutale figura della cavalla che il diavolo v’avea impressa, ricevettono la loro figliuola nella propia figura; la quale non era però in sé mutata, ma così parea. Non puote, adunque, il diavolo mutare una cosa in altra sustanzialmente, trasformando le cose o di nuovo creandole, ch’è propia e sola virtù di Dio; avvegna che le possa fare parere. Potrebbesi fare una quistione: – Con ciò sia cosa che ’l diavolo, secondo ch’è detto di sopra, sappia e possa tanto, come non l’aopera egli in male, e ’l suo sapere e ’l suo potere, più ch’egli non fa, avendo egli sempre la mala volontà? – A ciò si risponde: che ’l diavolo fa male assai, e troppo più ch’altri non crede e non sa, e all’anime e a’ corpi; e nondimeno non ne fa tanto quanto vorrebbe, imperò che Dio e gli Angioli santi il raffrenano, e non lasciano fare tutto ciò che saprebbe, potrebbe e vorrebbe, di male.
- ↑ Ediz. 95: albergatori.