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304 | trattato della scienza. |
scienza e alla forza sua, la quale, immutata e alterata, ha a provocare e incitare la parte intellettiva, cioè la volontà e la ragione. Le quali si muovono negli uomini viziosi, i quali non sono1 per essercizio di virtù usati di reggerle e di raffrenarle; si avventano isfrenatamente a seguitare l’appetito sensitivo: il quale commosso dal diavolo, per ira, o per concupiscienza, o per letizia, o per tristizia, o per paura, o per amore, o per soperchievoli stemperamenti d’umori, o per rigogliosi movimenti di spiriti, o per disordinato riscaldamento de’ membri, trae provocando fortemente la volontade, non aiutata dalla ragione; la quale dalle passioni dell’appetito sensitivo è occupata e offuscata, intanto che non discerne, giudicando, quello che la volontà debba ragionevolmente volere. E in questo modo puote il diavolo provocare, tentando e incitando la volontà dell’uomo, ma non di necessità inchinarla. E così s’intende la Scrittura, dove dice: Cum diabolus iam misisset in cor, ut traderet eum Iudas, e quello che séguita; e in qualunche altro luogo di ciò parlasse. Puote adunque il diavolo trasmutare la immaginazione e fantasia,2 o, dormendo, facendo sognare; o, vegghiando, facendo parere e immaginare figure, impressioni, similitudini di cose paurose, dilettevoli, terribili e noiose, o di cose vere o di cose che paiono vere. Onde puote fare parere alla persona, o di sé medesimo o d’altrui, che sieno quello che non sono e che non sieno quello che sono: come interviene a’ farnetici e agli ebbri, e a coloro che per alcuna passione d’amore, o di paura, o d’altro grave accidente, perturbata la loro immaginativa, escono fuori della memoria e perdono il conoscimento.
Onde si legge nelle cronache, che al tempo di papa Leo-