Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/326

298 trattato della scienza.

tadi, le loro differenzie e propietadi, i loro corsi, equazioni, coniunzioni e giudicii, e le loro influenzie, virtudi, afflati e varietadi. Egli sa e conosce la natura e la sustanzia dell’anima, e le sue potenzie intellettive e sensitive e appititive, le sue propie operazioni sanza il corpo, e quelle che sono comuni co’ sentimenti del corpo. Conosce ancora il diavolo la natura e le propietadi degli elementi, le complessioni de’ corpi, le nature e le spezie de’ pesci, degli uccelli e delle bestie: sa le spezie degli alberi, la natura, la qualità, le virtù dell’erbe e delle pietre preziose, le miniere1 dell’oro e dell’argento e degli altri metalli: e brievemente, tutte le cose che sono scibili, cioè che si possono sapere, e che si sanno naturalmente e per essercizio di studio da qualunche umano intelletto, il diavolo escessivamente lo ’ntende e sa. Onde i dottori, considerando la sua grandissima scienzia, fanno quistione s’egli sa i pensieri del quore, o le cose che sono a venire. E rispondono in prima de’ pensieri del quore, e dicono ch’e’ pensieri si possono conoscere in due modi. L’uno si è, che si conoscono in alcuno loro effetto che apparisca di fuori: e in questo modo, non che dal diavolo, ma dall’uomo spesse volte si conoscono i pensieri dentro, secondo che gli uomini hanno più sottile giudicio, o per naturale disposizione o per iscienzia o per isperienzia delle cose occulte. Onde, non solamente per operazioni di fuori, ma per uno sembiante, per uno isguardo, per uno mutamento di viso, s’avvedrà l’uomo de’ pensieri e dell’affezione ch’è dentro: come i medici sperti, per lo polso o per alcun altro segno, conosceranno la disposizione de’ pensieri e delle passioni e dell’affezioni dell’animo; come sono amore, paura, tristizia, e di più altre. L’altro modo a che si possono conoscere i pensieri, si è secondo che sono nello ’ntelletto e nell’affezioni; secondo che sono nella volontà o nel

  1. Così correggeva il Salviati l'erroneo maniere, ch' è pure nell'antica stampa, in quella degli Accademici e nel nostro Manoscritto.