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296 trattato della scienza.

Della seconda scienzia, cioè umana.


La seconda scienzia si è la scienzia umana, la quale si puote intendere in tre modi: o vero per la scienzia per la quale si sanno le cose umane; o per quella ch’è trovata dagl’ingegni umani; o vero per quella scienzia per la quale gli uomini sanno quello che sanno. E in qualunche modo si prenda, certa cosa è ch’ell’è molto difettuosa; in tanto che disse quello filosafo Temistio, che quelle cose che gli uomini sanno, sono la minima parte di quelle che non si sanno. Ed è mescolata la nostra scienzia di tanti errori, ch’egli è più tosto non sapere, che sapere. Onde Socrate, secondo che dice san Gerolimo, dice: Hoc unum scio, quod nescio: Una cosa so io, che non so.1 La qual parola recitando Lattanzio, disse: Socrate disse che non sapea niente, se non che non sapeva. Avvenga che lo ’ngegno umano, secondo il vigore del lume del naturale intelletto, s’è esercitato di trovare molte cose sottili, dando loro certo ordine e regola, secondo il quale gli uomini debbano dire o fare o immaginare; e, secondo la varietà delle cose e de’ modi che alle cose si dànno, s’appellano varie e diverse scienzie e arti. Tra le quali si nomina2 principalmente le sette arti, ovvero le sette scienze liberali; cioè gramatica, loica, rettorica, aritmetica,3 geometria e musica e astrologia. Delle quali arti, e di coloro che le trovarono, si potrebbon dire molte belle cose e dilettevoli: ma imperò che ci restano a dire ancora assai cose più utili secondo il nostro proposito, e acciò che non si convegna lasciare l’utile per lo dilettevole e che il libro non si stenda troppo, di questa umana scienza non diremo altro, se non che, considerando com’ell’è difettuosa e poca e piena di molte oscuritadi, altri non se ne

  1. Le stampe del XV e XVI secolo: Una cosa so, che io non so.
  2. Nelle stesse: si nominano.
  3. Ediz. 95: arismetrica; 85: arismetica.