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294 trattato della scienza.

di ciò n’ammaestra la divina Sapienza, e dice: Beato colui che vegghia continovamente all’uscio mio, che mi troverrà. Questo modo di cercare la divina scienzia insegna il savio Ecclesiastico, quando dice: Se tu cercherai la sapienza1 come l’uomo cerca di trovare il tesoro,2 immantanente ti si lascerà trovare. E però dicea Iesu Cristo nel Vangelo: Petite et accipietis; quoerite et invenientis; pulsate et aperietur vobis: Addimandate la sapienzia umilemente, quanto al primo modo, e riceveretela; cercatela innocentemente e santamente, quanto3 al secondo, e troverretela; picchiate ferventemente e con perseveranza, quanto al terzo modo, e saràvvi aperto lo ’ntendimento della scienzia4 divina. La terza cosa che dee osservare colui che vuole avere la divina scienzia fruttuosamente, si è il fine per lo quale egli la dee volere trovare; ed a questo fine si dee dirizzare tutta la ’ntenzione dell’uomo: ciò è vita eterna; della quale dice san Paolo: Finem vero vitam oeternam: Il fine è vita eterna. Alla quale acquistare insegna la divina Scrittura, imperò ch’ella ’nsegna all’uomo conoscere sé medesimo e esser umile; conoscere Iddio, e amarlo, e obbedire a’ suoi comandamenti; conoscere la viltà delle cose terrene e temporali5 e corporali, e la loro instabilità; conoscere la escellenzia delle cose spirituali e celestiali e eterne, e la loro nobiltà; e insegna queste amare e desiderare, e quelle spregiare e rifiutare. E in questo modo si viene6 all’ultimo fine di vita eterna. E imperò la dottrina delle Scritture è data da Dio generale e comune, acciò che ogni gente, di qualunche stato o condizione si sia, ci truovi fruttuoso ammaestramento,

  1. Nel Manoscritto: la divina scienzia.
  2. Lo stesso, con minor forza: i tesori.
  3. Nel medesimo: quanto che; con esempio non infrequente, trovandosi ripetuto anche due righe appresso.
  4. Ivi, e non bene: della scrittura.
  5. Il Testo aggiunge questa voce, che più compiutamente risponde all'opposta e triplice distinzione, spirituali, celestiali ed eterne.
  6. Ediz. 95 e 25: si perviene.