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292 trattato della scienza.

cieco sarà giudicato, e porterà pena doppiamente, e de’ propi peccati, e di quegli del popolo e de’ sudditi loro, i quali per la loro ignoranza non seppono consigliare né correggere de’ loro difetti, e illuminare la loro cechità. E però debbono studiare di sapere e per sé e per altrui; chè, come dice Iddio per Malachia profeta: Labia sacerdotum custodiunt scientiam, et legem requirent ex ore eius: Le labbra del sacerdote guardano la scienzia, e la legge si dee richiedere della bocca sua. E però dee avere la scienza della legge per saperne rispondere. E come il prelato e ’l predicatore c’ha la scienzia della legge, la comunica utilmente e fruttuosamente al popolo, predicando, consigliando, correggendo e ammaestrando; così il popolo è obbligato a lui in1 sovvenirgli in tutti i suoi bisogni. E non ne dee la persona aspettare d’essere richiesta; ma come sa il bisogno, gli dee sovvenire secondo il suo potere; né non potrebbe sanza gran peccato infignersi di non saperlo, o negare quello che per lo dottore o per lo predicatore fosse o da lui, o d’altrui per lui, addomandato. Onde san Paolo dicea: Colui ch’è ammaestrato della parola di Dio, faccia comune ogni suo bene a colui che l’ammaestra; chè, com’egli dicea in un altro luogo, parlando di sé e degli altri predicatori: Se noi vi seminiamo le cose spirituali, che sono preziosissime, non è gran fatto se noi metiamo2 delle vostre cose temporali, che sono di piccolo valore. E Iesu Cristo dicea nel Vangelo a’ discepoli suoi in persona de’ predicatori: Quando voi capiterete in3 alcuno luogo, mangerete e bêrete di quello che voi troverrete; ch’egli è degno l’operaio della mercede sua. Onde a’ predicatori è licito di tôrre e di ricevere, per le loro necessitadi, dagli usurai e dagli scherani e da così

  1. Così, colle due antiche, anche il nostro Manoscritto. Ma gli Accademici: a.
  2. Ci piace rappresentare la pronunzia più generale in Firenze, com'è tuttora anche in Roma, in vece di mietiamo, che in qualche testo trovò e pose nella sua stampa il Salviati.
  3. Ediz. 95 e 85: ad.