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282 trattato della scienza.

sapienza, secondo che dice la Scrittura, è sposa dell’uomo giusto, della quale si dee ingenerare1 ligittimo frutto col seme della parola d’Iddio. Onde, com’è detto adúltero quegli che, abbandonando la sua propria sposa, della quale dee volere, seminando in lei, ricogliere frutto, seminasse2 in altrui non per frutto ligittimo, ma per disonesto piacere con diletto; così il predicatore della parola di Dio, che non predica colla sapienzia e colla intenzione di fare frutto spirituale, ma per avere diletto della loda e della gloria vana, è adúltero, che invano sparge il seme. Ed è gravissimo avoltero quello, però che il commette colla sposa propia di Dio: chè, come Dio dà per isposa all’uomo la sapienzia, come una sua ligittima e prima genita3 figliuola, si come dice la Scrittura; così si vuole egli la sua propia sposa, e non vuole che altri la tocchi né che altri la guati mentre che si vive in questa vita. E questa è la bellissima e amabile gloria della quale egli dice per lo Profeta: Gloriam meam alteri non dabo: La gloria mia, la sposa mia, non darò io ad altrui. Onde e4 san Paolo, fedele cameriere di Dio e guardiano della sposa del suo Signore, dicea: A Dio solo la gloria. Ben è licito parlare di lei, e per lo suo amore fare ballate e sonetti d’amore, come dice il Salmista: In templo eius omnes dicent gloriam; e in un altro luogo: Gloriam regni tui dicunt; e anche diceva: Io canterò e sonerò5 per amore della gloria; e facévale la mattinata; onde e’ diceva: Exurge gloria mea, exurge psalterium et cythara, exurgam diluculo. Onde ben vuole Iddio che ogni uomo ne viva innamorato e languisca di lei, e ancora per amore se ne consumi e muoia; ma non le s’appressi e non

  1. Nelle stampe del XV e XVI secolo: si dee ingegnare d'ingenerare.
  2. Così gli Accademici. Il Testo a penna e le antiche stampe, ma con poca regolarità di costrutto: se semina.
  3. Così nel nostro Testo.
  4. E manca nelle due antiche edizioni.
  5. Salterò, nel Manoscritto.