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capitolo terzo. | 269 |
mini iniqui. E 'l Salmista, parendogli male della gloria de' peccatori, dicea: Usquequo peccatores, Domine, usquequo peccatores gloriabuntur? Di qui a quanto, Signore, di qui a quanto si glorieranno i peccatori?
CAPITOLO QUARTO.
Dove si dimostra quali sono quelle cose che sono cagione e inducono al vizio della vanagloria.
La quarta cosa che si dee dire della vanagloria, si è quali sono quelle cose che sono cagioni e inducono al vizio della vanagloria: della quale si scrive nel Policrato: Appena si truova niuno che non abbia appetito della1 vanagloria, e che non disideri d’essere lodato dagli uomini. E a ciò si viene per diverse vie: quale per virtù, o per immagine o apparenza di virtù; altri per beneficii di fortuna; e alcuni co’ beni della natura le vanno dietro. Onde da queste tre parti si prende la materia e la cagione d’ogni loda umana e gloria: cioè dall’anima, dal corpo e dalle cose di fuori della fortuna.2 Nell’anima sono certi beni naturali, e certi acquistati o per infusione di grazia, o per essercizio, o per continovo studio. I beni naturali dell’anima sono lo ’ntelletto chiaro col sottile ingegno, la ragione, la libertà dell’albitrio, la tenace e salda memoria, coll’altre potenzie intellettuali, le quali son pure nell’anima; e coll’altre potenzie sensitive, che sono comuni all’anima e al corpo. I beni acquistati dell’anima sono le virtù teologiche e divine; le virtù intellettuali e le morali;3 la sapienza, la scienzia e l’arti. I beni del corpo sono la sanità, la fortezza, la bellezza, la nobilitade, la libertade, l’alle-
- ↑ Nel Manoscritto: di.
- ↑ Il Testo a penna, con modo che non avrà difensori: e dalle cose fuori dalla natura.
- ↑ Ivi, per mero errore: le memoriali.
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