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256 trattato dell'umiltà.

suggezione. Cavalcò in su l’asino quando venne al luogo della passione. Lavò i piedi a’ discepoli, e cenò con loro a una mensa, in una scodella mangiando e come ministro servendo; e poi diede loro la communione; e, morendo, sofferse d’essere tradito, accusato, preso e legato, esaminato, battuto e schernito, giudicato e sgridato, e mandato al luogo della giustizia, colla croce in collo, per dirisione. Non ischifò la vilissima morte della croce, dove salì ignudo, assetato, fragellato, piagato, nel luogo della pubblica giustizia, nel mezzo de’ ladroni, come malfattore. E dopo la morte, volle essere messo sotterra nel monimento; e volle discendere allo inferno a dare a quegli che erano imprigionati salute e liberazione.1 Di questa profondissima umilità che Iesu Cristo mostrò nascendo, vivendo e morendo, parlava san Paolo quando dicea: Exinanivit semetipsum, formam servi accipiens; et habitu inventus ut homo, humiliavit semetipsum, factus obediens usque ad mortem; mortem autem crucis: Iesu Cristo essendo Iddio, essinianì2 e annullò sé medesimo, prendendo forma di servo ed abito d’uomo; cioè la carne della natura umana: umiliò sé medesimo, facendosi obbediente insino alla morte della croce. E avendo l’Apostolo mostrata l’umilità di Cristo, soggiugne la gloria e l’esaltazione, la quale egli meritò per la sua umilità, onde dice: Propter quod et Deus exaltavit illum, et dedit illi nomen quod est super omne nomen, ut in nomine Iesu omne genuflectatur, coelestium, terrestrium et infernorum; et omnis lingua confiteatur, quia Dominus Iesus Christus in gloria est Dei Patris: Per la qual

  1. Curiosamente il Codice nostro: a dare salute a tutti quegli che erano in prigione. e liberogli.
  2. Le stampe hanno (e chi dirà che stia bene?) isvanì; e quella del quattrocento, con errore tipografico: isnani. Mi credici licenziato a raddrizzare la lettera in parte erronea dell'apografo delle Murate, secondo cui sarebbe da leggersi: eximani. Ma sia di scusa al mio ardire, che ancora un Codice veduto dagli editori del 25, portava il verissimo e modernamente scritto: esinanì.