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230 | trattato della superbia. |
mano di Dio. O gente mortale, considerate la vostra viltade, e la condizione della vostra misera e instabile vita; e ponendo giù l’animo altero, e rintuzzando l’oltraggioso orgoglio, vivete umili suggetti alla volontà di Dio onnipotente. La terza cosa che dice san Tommaso che fa pôr giù la superbia, è considerare la imperfezione e la vanità di quelle cose di che altri si leva in superbia; le quali sono i beni della natura, o del corpo, o dell’anima. Del corpo, la bellezza, la fortezza, la santà, leggerezza, nobiltà e libertà.1 Beni naturali dell’anima sono, lo ’ngegno, la memoria, il senno, l’arte, la scienza. Anche si leva l’uomo in superbia de’ beni della fortuna, come sono le cose di fuori dell’uomo, che non sono in sua podestà, e però le puote egli perdere, o voglia egli o no: cioe sono le ricchezze, le degnità, lo stato, gli onori, la sapienza, la potenza, la gloria, la fama. Ancora de’ beni della grazia insuperbisce l’uomo, come sono le virtù, chè l’usa male. E tutte queste cose sono in questa vita imperfettissime, e da non doversene levare in superbia; e con poca stabilità, e da non doverle stimare gran cose: delle quali parla Isaia profeta, e dice:2 Omnis caro faenum, et omnis gloria eius quasi flos foeni: Ogni carne è come il fieno, e ogni sua gloria come il fiore del fieno. La qual parola espone san Gregorio e dice: La potenza degli uomeni del mondo si è la carne, e la gloria d’essa3 dirittamente al fieno e al fiore s’assomiglia; però che stando, cade, e quando è più appariscente, allora sparisce e viene meno.
Recita Tullio di quello Alcibiade, il quale dopo la grande
- ↑ Riportiamo semplicemente la varia lezione del Testo delle Murate: Del corpo la bellezza, fortezza, nobiltà, tostanezza. L'enumerazione è certo incompiuta, non fuss' altro per la mancanza di sanità. Tostanezza (registrato, ma senza esempi, dalla Crusca) sarebbe qui equivalente di leggerezza, che oggi direbbesi agilità.
- ↑ Il Testo: per Isaia profeta si dice.
- ↑ Difettivamente il Manoscritto: La potenza degli uomini del mondo e la gloria (l'ediz. del 25 aggiunge qui solo: della carne) dirittamente ec.