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capitolo sesto. | 223 |
riani e Indiani, e di molti altri, de’ quali raccontare sarebbe troppo lungo. I poeti scrivono di molti, che per lo vizio della superbia furono da Dio percossi e fulminati;1 come dicono spezialmente di certi giganti che, levati in superbia, vollono cacciare gl’iddii del cielo: dell’uno de’ quali, ch’ebbe nome Tifeo, iscrive Ovidio nel libro suo2 Metamorfoseos, e della sua superbia e della sua punizione, belle cose, poetando; le quali si scrivono stesamente nel nostro libro fatto in latino. Qui basti quello ch’è detto brevemente, a dare ad intendere come Iddio abbia in odio il peccato della superbia, e come gravemente lo punisce. La qual cosa si mostra chiaramente nel libro della Bibbia che si chiama Numeri, dove si scrive così: Anima quoe per superbiam aliquid commiserit, sive civis sive peregrinus, quoniam adversus Deum rebellis fuit, peribit de populo suo: L’anima, cioè l’uomo, che commetterà alcuno fallo per superbia, o cittadino o che sia forestiere, però che fu ribello contro a Dio, perirà del popolo suo; cioè sarà morto. Onde si dà a intendere la gravezza del peccato della superbia; che con ciò sia cosa che Dio comandasse che gli altri peccati si purgassono con sagrifici e con certe offerte, la superbia comandò che si punisse con pena di morte. E ciò si dimostra per uno miracolo espresso che una volta intervenne.3
Leggesi scritto da san Piero Damiano, che fu in Borgogna un cherico, il quale aveva4 acquistato uno grande beni-
- ↑ É giunta oziosa del Testo a penna: cioè da saetta.
- ↑ Segue qui il Codice, abbreviando: della quale punizione belle cose poetando disse, le quali ec.
- ↑ Il Testo, che in questi capitoli ha varietà degli altri assai più frequenti del solito, stringe qui le parole: per uno miracolo che intervenne.
- ↑ Aveva è nella sola edizione del Salviati. Il Manoscritto ci offre: conquistato ch'ebbe un beneficio; e la stampa del 95: acquistato un gran benefitio; con lunghezza soverchia e rinvoltura del periodo che appena verrebbe a risolversi colle sì lontane parole: volsesi... e disse. Chi tuttavia, dopo noi, stimasse preferibile questa lezione, che più piacque agli Accademici del 25, potrà, con addattarvi le pause e le parentesi, concederle luogo nel testo.