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capitolo quinto. 219

Ecclesiastico, il quale dice: Non te extollas in cogitatione tua velut taurus, ne forte elidatur virtus tua: Non ti levare in alto per superbia, come fa il toro, acciò che la tua virtù non sia abbattuta e gittata in terra. E non pure un capo, ma molti ha la superbia; chè, come è detto di sopra, tutti gli altri vizi capitali nascono di lei, che sono sette i principali, senza quegli che nascono di loro. Onde la superbia è simile all’idra d’Ercole, della quale dicono i poeti ch‘era un serpente che avea sette teste; e se se ne tagliava una, ne rimettea1 più. Così interviene della superbia; la quale avvegna che l’uomo alcuna volta abbia vittoria d’alcuno vizio, levandosene in superbia, ne fa nascere e rimettere più. E però fu ben figurata la superbia per quella bestia fiera, della quale dice san Giovanni nell’Apocalisse,2 che avea sette capi e dieci corna; intendendo per gli sette capi i sette vizi principali che dalla superbia procedono; e per le dieci corna, il trapassamento e la trasgressione de’ dieci comandamenti della legge; imperò che d’ogni peccato e trasgressione è principio e cagione la superbia, come dice la Chiosa sopra quella parola del Salmo: Si mei non fuerint dominati, tune immaculatus ero. Nuoce ancora la superbia all’uomo, imperò ch’ella lo ’nganna in molti modi. In prima, che dov’ella mostra di levare l’uomo3 in alto e porlo in istato d’eccellenzia e di dignitade, e ella lo fa cadere e rovinare. Anzi, quello levare in alto è uno cadere, come dice santo Agostino, esponendo quella parola del Savio: Deiecisti eos, dum allevarentur: Quando i superbi si levano in alto, tu gli getti a terra. E san Gregorio dice, che gli uomini superbi, abbandonando e spregiando la gloria e la potenzia del loro4 Creatore, rovinano in sé medesimi, cercando la propia gloria. Onde santo Iob, parlando a Dio con dispiacere degli uomini superbi, diceva: Respice cunctos

  1. Il Salviati, coi primi editori: rimettevano.
  2. Nel Testo è scritto, qui ed altrove: Apochalix.
  3. Le antiche stampe aggiungono: molto.
  4. Così (non suo, come si qui le stampe) nel nostro Testo.