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216 | trattato della superbia. |
Colui che fa male, ha in odio la luce), ma i superbi le fanno manifeste e palese, come coloro che non se ne vergognano, ma che se ne vantano e gloriano. Onde la loro conversazione fuggiva il Profeta quando dicea: Superbo oculo et insatiabili corde, cum hoc non edebam: Io non mangiava e non usava con colui che avea l’occhio superbo e ’l quore che mai non si saziava. È, adunque, ragionevolmente ispiacevole e odiosa a Dio e agli uomini la superbia; e non solamente a’ mansueti e agli umili, come cosa loro contraria, ma eziandio a’ superbi; chè l’uno superbo ha in odio l’altro, con ciò sia cosa che sieno fratelli in uno medesimo vizio, e figliuoli d’uno padre: a’ quali diceva Cristo nel Vangelo: Vos ex patre diabolo estis: Voi siete figliuoli del diavolo, il quale è vostro padre. Onde ne’ superbi pare che falli quella regola generale, della quale dice il savio Ecclesiastico: Ogni uomo s’accompagna col suo simile; ma l’uomo superbo non s’accompagna con1 veruno superbo; anzi, come dice Salamone: Inter superbos semper iurgia sunt: Tra gli uomini superbi sempre sono discordie e lite. Onde dice santo Agostino: La superbia ha sempre in odio la pace e la compagnia altrui. E Innocenzio dice: La superbia a ogni uomo è importabile e odiosa: ogni altro vizio sì ama il suo simile; ma l’uomo superbo ha in odio l’altro superbo.
Qui si dimostra come la superbia offende e nuoce al proprio suggetto, cioè all'uomo nel quale ella regna.
Offende più che tutti gli altri vizi la superbia il propio suggetto, cioè l’uomo nel quale ella regna. In prima, ella gli toglie Iddio, ch’è ogni bene, come dice Ugo di Santo Vittore; e toglie il reame di cielo, e profóndalo nello ’nferno. Onde fu detto a quel primo superbo, in persona di tutti gli
- ↑ Il nostro Testo, in vece di con, pone di. E l'edizione del 25: non ama compagnia di veruno ec.