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202 trattato della superbia.

superbia si prendono per lo1 contrario a’ dodici gradi della umiltà i quali pone santo Benedetto nella Regola sua e san Bernardo nel libro suo; e comprendono questi gradi non pure le spezie della superbia, ma certe cose viziose che vanno innanzi e séguitano alla superbia e agli altri vizi: e però non si spongono qui con diligenzia e stesamente, come fu fatto di sopra nelle spezie della superbia; e anche perché più innanzi se ne dirà, trattando di quei vizi a’ quali s’appartengono, nel luogo suo, di ciascuno.


CAPITOLO QUARTO.


Dove si dimostra che tutti gli altri vizi nascono dalla superbia.


Nel quarto luogo si conviene dire come della superbia nascono tutti gli altri vizi, sì come da mala radice. Dove è da sapere che, come dice el savio Ecclesiastico: Initium omnis peccati est superbia: Il principio d’ogni peccato è la superbia. La qual parola si puote intendere in due modi. L’uno modo è che ’l peccato del primo uomo, che fu principio e cagione d’ogni peccato, fu superbia;2 sì come dice san Paolo: Per unum hominem peccatur in hunc mundum intravit: Per uno uomo entrò il peccato in questo mondo; cioè la superbia.3 L’altro modo si puote intendere, che la superbia sia uno principio originale e una radice dalla quale gli altri vizi procedono e nascono. Se si prende la superbia nel primo modo, certa cosa è che ’l peccato del primo uomo, che fu principio e cagione d’ogni peccato, fu superbia; avvegna che più altri peccati concorressono conseguentemente a quello peccato: ma la superbia, che non è altro, come detto è di sopra, se

  1. Ediz. 95: per il. E il nostro apografo: per contrario di dodici ec.
  2. Tutte le stampe hanno difetto di queste due parole, che il nostro Testo opportunamente supplisce.
  3. Non chiaramente il Salviati, cogli editori del primo secolo: e ciò fu radice la superbia. E peggio quelli del 25: fosse superbia.