e le parole disoneste e dissolute,1 che hanno a corrompere e viziare l’onestà e’ buoni costumi; i giuochi, i toccamenti, i ruzzi e gli scherzi2 delle mani: e stassi la persona sola per sé medesima nella chiesa o nella camera, ôrando, leggendo e lavorando; e perché non è usante, ma vive a riguardo, curando di mantenere e conservare sua puritade e sua onestade, la quale tra la gente si smaga e perde, e però è tenuta e reputata altiera e superba. E sogliono dire quelle cotali persone la cui usanza ella ischifa: – Ella non degna sì basso, e le pare essere sì grande, che le viene ischifo delle sue pari; – e simili parole: delle quali la persona non si dee curare, ma spregiarle; e non avvilirsi, ma perseverare in quella santa superbia, la quale nasce da mente virtuosa e gentile; non dalla propia volontà, ma dall’amore di Dio e dalla carità; e non s’ha a schifo il prossimo, ma il difetto e ’l vizio. Onde santo Ierolimo, nella Pistola che mandò a quella santa vergine Eustochia, dove le ’nsegna conservare la verginitade3 e fuggire le cose contrarie; poi che l’ebbe ammaestrata che fuggisse l’usanza e la compagnia delle donne secolaresche e vane, acciò ch’ e’ loro reggimenti e’ loro ragionamenti delle cose mondane e carnali non viziassono la sua puritade, disse: Disce in hac parte sanctam superbiam: scito te esse illis meliorem: Appara in questa parte la santa superbia, e sappi che tu se’ migliore di loro. È un’altra superbia rea; e questa si puote considerare in due modi. In prima, in quanto ella ha una generale influenza in tutti i vizi de’ quali ella è originale principio e cagione: e in questo modo è una cosa colla cupiditade; della quale dice l’Appostolo: Radix omnium malorum est cupiditas: Radice di tutti i mali è la cupiditade; e di
- ↑ L'edizione del 95 e, in parte, anche quella del Salviati: le cose vane, immonde, et le parole vane et dissolute. La trasformazione grafia d' i motti in immonde è palpabile.
- ↑ Ediz. 25: gli scerzi; 95 e 85: gli scherzamenti.
- ↑ Il Testo: d'osservare verginitade.