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192 trattato della superbia.

riverito e onorato, e in molti altri modi insuperbendone: come si mostra nel seguente capitolo. Onde, come dice santo Agostino in sentenzia nella Regola: La superbia ha questa differenza dagli altri vizi che gli altri vizi fanno fare le male operazioni, e delle male operazioni si notricano e nascono; ma la superbia nasce eziandio delle buone opere e del bene, e fàlle1 perire. E questo si potrebbe provare per molti e belli essempli e detti della santa Scrittura e de’ santi dottori; come si dimostra in questo nostro libro fatto in latino per le persone litterate, e ancora più innanzi se ne dirà. Qui basti quello che si dice per ammaestramento di coloro che non sanno lettera, acciò che conoscano il vizio e ’l peccato, e acciò che se ne guardino e che se ne sappiano guardare; e avendoci offeso, bene distintamente confessare.


CAPITOLO TERZO.


Dove si dimostra quante sono le spezie e' modi della superbia.


La terza cosa che si vuole dire della superbia, si è in quante ispezie si distingue; cioè dire quanti sono i modi e’ gradi di questo vizio, e in quante maniere ci si pecca. Dove è da sapere, secondo che dice san Gierolimo,2 che sono due superbie: l’una buona e l’altra rea. La buona si è quand’altri non degna di sottometersi alla viltà del peccato, e ha a schifo e in abominazione la sozzura; come dice il profeta: Iniquitatem odio habui, et abominatus sum: Io ho avuto in odio e in abominazione il peccato. Per la qual cosa interviene che la persona fugge le cagioni e le opportunitadi de’ peccati; come sono le male usanze, i luoghi disonesti, lo stare a piazza, alli usci, alle finestre a vedere e udire le cose vane, i motti

  1. Non bene il Manoscritto: e fallo.
  2. La pronunzia espressa per lettera dal nostro amanuense, era qui: Gielolimo.