176 |
distinzione quinta — cap. vii. |
|
la sua malizia, e non la dirittura della ragione e della virtù; conduce l’uomo al peccato, e ’l peccato alla eterna morte,1 ch’è il maggiore male che sia e che essere possa. E tale amore non dee avere l’uomo né a sé né al prossimo: chè non sarebbe amare ma odiare; non sarebbe carità, ma impietà; non sarebbe volere altrui bene, ma volere male. Isponsi ancora quello che si dice che tu dèi amare il prossimo come te medesimo, in altro modo. Onde santo Agostino dice: Tu dèi amare te medesimo non per te, ma per Dio; cioè a dire che Dio dee essere il fine dell’amore tuo, al quale, come a sommo e perfetto bene e beatitudine e tuo ultimo fine, si dee ordinare e terminare l’amore tuo, acciò che ’l possi avere, e di lui sanza fine possi godere. E non dèi amare te per te; cioè a dire che tu facci fine te di te, il quale non se’ tal bene, né sì perfetto né sì sofficiente, che tu ti possa fare beato e
contento godendo di te; la qual cosa puote fare solamente il sommo e perfetto bene, ch’è Iddio, e non verun’ altra cosa fuori di Dio. Onde amare sé per sé, è amore vizioso, e principio e cagione d’ogni vizio e
d’ogni peccato; e chiamasi amore propio, del quale dice san Bernardo: Togli l’amor propio,2 e non sarà lo ’nferno. E santo Agostino dice, che l’amore propio, per lo quale di dispregia Iddio, edifica la città dello ’nferno; come l’amore di Dio, per lo quale sprezza l’uomo sé medesimo, edifica la città di paradiso e di vita eterna. E questo pare che volesse dare ad intendere Iesu Cristo nel Vangelo, quando disse: Qui amat animam suam, perdet eam; et qui odit animam suam in hoc mundo, in vitam oeternam custodit eam: Chi ama l’anima sua, cioè di fare la propia volontà, che non è altro che amare sé medesimo col propio amore, sì la perderà; però che peccando e
- ↑ Agli antichi editori più piacque: all'eterna damnazione.
- ↑ Il solo nostro Codice qui aggiunge, snervando: da te. Gli editori poi del 25, leggendo non sarà allo 'nferno, mostrarono di non comprendere il bel concetto racchiuso nelle parole che seguono.