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168 distinzione quinta — cap. vi.

meglio a dubitare della cosa la quale non saperla non è pericolo niuno, che prosontuosamente affermare quello che per certo non si sa. E alla ragione detta di sopra, per la quale alquanti vogliono affermare che così fosse; altrimenti non averebbe la Vergine Maria avuto vantaggio da Ieremia e da Giovanni Batista: sì si può rispondere, che in altre cose maggiori potè Iddio, e fecelo di fatto, fare vantaggio e graziosi doni alla Madre sua sopra tutti gli altri Santi, senza che la preservasse dal peccato originale; chè maggiore dono fu preservarla dal peccato attuale, mortale e veniale, e di riempirla di Spirito Santo, e di confermarla in grazia in tale maniera che non potea peccare; e d’infondere in quella anima escellentissimamente la carità di Dio e del prossimo con tutte l’altre virtude: e spezialmente, ch’essere conceputa nel peccato originale non diminuisce l’onore della Vergine Maria, però che ’l peccato originale non è per colpa della persona, ma è condizione della viziata natura. Né non seguiterebbe però, che Dio le dovesse aver fatto poi, nell’altre cose, maggiori doni e grazie che a tutti gli altri, perché l’avesse preservata dal peccato originale; che nol fa agli altri. Chè essere preservato dal peccato originale, ponendolo per possibile; e essere mondificato e santificato innanzi che nato, che per certo è stato fatto ad alcuno; non séguita però ch’a quegli cotali si debba dare o sia data maggiore grazia e maggiore gloria ch’a quegli che fossono o che sono conceputi e nati col peccato originale, e poi per lo battesimo santificati e mondati; anzi peccatori, e per penitenzia degna giustificati. Come, per essemplo, lasciando de li altri, si potrebbe provare di Ieremia, che fu santificato nel ventre della madre, per comparazione degli Apostoli: e diciamo di san Piero, di san Paolo e di san Giovanni Evangelista, i quali non furono santificati innanzi che nati; anzi furono dal peccato originale per lo battesimo purgati, e da’ peccati attuali, che alcuni di loro commissono gravi e mortali,