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156 distinzione quinta — cap. vi.

o che non si dolse né si pentè di tutti, o che non ebbe proponimento di rimanersene.1 Questo cotale venne fitto,2 cioè a dire che non ebbe quella disposizione dentro che si convenia all’atto di fuori della confessione; e però non ricevette il frutto della confessione. Ma pure, s’egli confessò interamente3 i peccati suoi e sottomissesi alle chiavi della santa Chiesa; partendosi poi la fizione, cioè avendo la contrizione, la quale quando si confessò non ebbe; dicono alcuni altri che non è bisogno di riconfessarsi da capo, ma bene è bisogno di confessarsi alla fizione, chè non venne alla confessione contrito come dovea. Di coloro che ricaggiono in quelli medesimi peccati de’ quali furono altra volta confessati e prosciolti, dicono alcuni che si debbono riconfessare da capo; ma pare a coloro che meglio intendano, che non sia di bisogno ma bontà che il peccatore dica: – Di questo o di simile peccato del qual io ora mi confesso, altra volta me ne confessai e fûnne prosciolto; e poi, come ingrato del beneficio ricevuto, anche ci sono ricaduto. – Ora, avvegna che detto sia di sopra che non è bisogno di riconfessare più volte i peccati una volta confessati, se none in certi casi; tuttavia dice san Tommaso nel quarto libro delle Sentenzie, che molto è utile il confessare più volte que’ medesimi peccati, e a più confessori; e per la erubescenzia4 della vergogna che è con pena, onde è in luogo di safisfazione; e per la efficacia delle chiavi, e per la penitenzia che ’l prete impone, che sempre si diminuisce della pena.5 Onde tante volte si potrebbe l’uomo confessare, che tutta la pena, per ogni volta alquanto iscemata, si tôrrebbe via, e non

  1. Il Manoscritto, ma (come pare) senza compagni: o che non si dolesse o che non si pentessi di tutti, o che non ebbe proponimento di rammendarsene.
  2. Così tutti (l'ediz. de 95: ficto, e fictione); e giustifica la Crusca quanto all'accettazione di cui toccammo nella nota alla pag. 18.
  3. Il Codice aggiunge, inutilmente: tutti.
  4. Nel Testo: rubescenzia.
  5. Il medesimo: che si diminuisce. E il Salviati, coi più antichi editori: che sempre diminuisce.