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distinzione quinta — cap. v. 147

stia dallato, e non dinanzi;1 e spezialmente se quella cotale persona che si confessa è femmina, la quale dee stare in tal modo,2 che ’l viso e gli occhi suoi non si possino iscontrare con quegli del confessoro. E questo si dee fare per l’onestà, e acciò ch’ella dica più sicuramente e apertamente i peccati suoi. Di ciò ci diede essemplo santa Maria Maddalena, della quale dice santo Luca nel Vangelio: Stans retro secus pedes eius: che ella vegnendo a Cristo, stette dietro, allato a’ piedi suoi. Posto adunque il peccatore umilemente e vergognosamente a’ piedi del confessoro, facciasi in prima il segno della santa croce, e dica: – Io misero peccatore mi confesso a Dio, e alla Vergine Maria, e a tutti i Santi e alle Sante di paradiso, e a te, padre, di tutti i miei peccati, ne’ quali io ho offeso il mio Creatore. In prima mi rendo in colpa e accuso del peccato della superbia: – e proséguiti di questo peccato e degli altri, secondo che troverà iscritto ordinatamente in due seguenti capitoli, dove si dimostra chente dee essere la confessione, e in che modo e di quali peccati si debba fare. Compiuta la confessione, dica la persona che è confessata: – In questi peccati, e in molti altri de’ quali io non mi ricordo o non gli conosco, e de’ quali altre volte mi sono confessato e poi ci sono ricaduto, e offeso il mio Signore Iesu Cristo, di tutti dico mia colpa; e priego voi, padre, che preghiate Iddio per me, e che mi prosciogliate. –

  1. Così, col nostro Codice, ancora la stampa del Salviati; e ci è parso dover preferire, eziando pel concetto, codesta lezione a quella delle impressioni del 95 e del 25: in tal modo che stea dallato (in tal maniera che stea da lato), pendendo (e pendendo) indietro più che innanzi.
  2. Il trascrittore delle Murate: in tal modo e guisa.